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La Severità e la dolcezza formano insieme la perfezione

6 aprile, 1994 - Tien Shan Center di Satin, Hong Kong


Confucio E Quattro Dei Suoi Discepoli

Liezi aveva scritto un racconto su Confucio e i suoi discepoli. C'era una persona di nome Zixia che chiese a Confucio: "Che persona è Yenhui?". Confucio aveva molti discepoli, uno di loro si chiamava Yenhui, giusto? (Risposta: "Sì"). Confucio disse: "Yenhui è più compassionevole di me!". Più compassionevole di Confucio, non di me! Io non ho nulla, chiunque è più compassionevole di me! (La Maestra e tutta la platea ridono). Egli continuava a domandare: "Che persona è Zigong?". Confucio rispondeva: "Zigong è più eloquente di me". Intendo dire più eloquente di Confucio, non di me. Io non sono affatto eloquente. Mi preoccupo perché, talvolta, quando dico "io", "io", "io" non si capisce a chi mi riferisco. (Tutti ridono).

Zixia continuava a chiedere a Confucio: "E Zilu? Che persona è Zilu?". Confucio rispondeva: "Zilu è più coraggioso di me!", ossia più coraggioso di Confucio, non confondetelo con me. (Tutti ridono). Io sono abbastanza coraggiosa. (La Maestra ride). Se qualcuno mi picchiasse, capirebbe quanto sono coraggiosa, perché fuggirei via immediatamente! (La Maestra e tutta la platea ridono). Zixia continuava a domandare: "Allora, cosa può dirmi di Zizhang? Che persona è Zizhang?". E Confucio rispondeva: "E' più solenne di me". Cioè era più serio, non come me che racconto sempre barzellette! Abbiamo riso parecchio nella grotta, prima che venissi qui da voi.

Allora Zixia si alzò in piedi e domandò a Confucio: "Allora perché loro quattro sono venuti qui per imparare da te?". (La Maestra ride). In un certo qual modo, quei quattro erano migliori di Confucio, perché, dunque, sono andati ad imparare da lui? Confucio allora rispose: "Siediti!". (La Maestra ride). Era talmente turbato che si era alzato in piedi. "Siediti e ti dirò il perché. Non capisci che Yenhui conosce la compassione, ma non sa quando non essere compassionevole". Ciò significa essere compassionevole senza sapere quando non esserlo. "Zigong è eloquente, ma non sa quando stare zitto". Si riferiva a una persona che non sa quando non discutere, capite? Non come chi sa tutto e discute su ogni cosa, annoiando gli altri! D'accordo? Ma è meglio che io finisca la lettura, prima di commentarla. Può risultare più chiara o posso semplicemente commentarla con maggiore libertà. In ogni caso, non sono "Jin Shentan" che aggiungeva i suoi commenti sotto ogni articolo che vedeva. Io farò i miei commenti liberamente, sotto o sopra, all'inizio o in cima.

Confucio continuava a dire: "Zili conosce il coraggio, ma non sa quando avere paura". Capite? Non sapeva quando fingere di essere timoroso o quando avere paura. Be', non proprio avere "paura", ma essere umile, qualche volta. Non sapeva quando essere umile. E "Shih!", ossia Zizhang, "Shih è serio e solenne, ma non sa quando essere accomodante e venire a compromessi con gli altri. Se metteste insieme tutte le loro qualità, io non accetterei di scambiarle con tutte le mie imperfezioni!". Confucio disse che, anche sommate tutte le loro qualità migliori, non avrebbe mai accettato di scambiarle con le proprie imperfezioni. Pertanto, quelle quattro persone dovettero andare da lui e inchinarsi dinanzi al loro maestro, lo seguirono sinceramente, senza mai pensare di poter perdere la loro fede, senza nessun rammarico.

Essere O Non Essere Compassionevoli

Questa è una grande storia! L'avete mai letta prima? Perché pensate che sia così? Perché dovremmo saper essere compassionevoli ma, talvolta, anche non esserlo? Chi lo sa? Nel nostro mondo tutti noi rispettiamo le persone compassionevoli, giusto? Allora perché qui si dice che talvolta dovremmo essere spietati? Chi sa il perché?

Che cosa significa essere compassionevole? Significa che una persona è molto affettuosa verso il suo prossimo, non è così? E' molto generosa, molto comprensiva, pronta a perdonare gli altri, non biasima mai nessuno ed è sempre affettuosa. Ecco cosa vuol dire essere compassionevole. Quando vediamo che qualcuno è in difficoltà, gli offriamo il nostro amore e aiuto; quando qualcuno sbaglia, lo perdoniamo. Allora perché non dovremmo mantenere questa qualità? Perché non dovremmo comportarci sempre così? Non è forse meglio? Perché Confucio ha detto che dovremmo sapere quando non essere compassionevoli? Che cosa intendeva dire? Chi lo sa? Svelti! (Qualcuno risponde: "Quando abbiamo a che fare con persone cattive"). (Un altro risponde: "Significa essere capace di donare affetto, ma anche di trattare il prossimo severamente. Dovremmo avere entrambe queste qualità").

Giusto! Dovremmo averle entrambe; lo yin (il negativo) e lo yang (il positivo) devono trovarsi in equilibrio. Essere compassionevoli quando dobbiamo esserlo, ma quando è necessario essere severi, dobbiamo esserlo ugualmente: ecco cosa significa essere veramente buoni.

In quali occasioni dovremmo essere o non essere compassionevoli? Supponiamo, ad esempio, che un nostro amico si trovi in difficoltà. Se gli siamo veramente amici, dovremmo ovviamente aiutarlo, dargli del denaro per svolgere qualche attività. In seguito potrà diventare indipendente. Se avrà denaro, potrà tornare da noi, ma anche se non lo facesse, a noi non interesserebbe, in realtà. Se abbiamo molto denaro, non ci importa se i nostri amici, i nostri fratelli o parenti lo usano.

Ma se quella persona non impiega il denaro per svolgere un'attività, bensì ne fa un cattivo uso, ad esempio giocando d'azzardo, fumando, bevendo e facendo tutte queste terribili cose, e poi torna da noi a chiederci altro denaro, allora a quel punto non possiamo continuare ad essere compassionevoli! Se lo aiutiamo ad essere una persona cattiva, una persona dipendente, quanto più saremo compassionevoli verso di lui, tanto più gli faremo del male. Diventerà progressivamente una persona senza uno spirito indipendente e non svilupperà le proprie capacità. Alla fine diventerà una persona che si affida agli altri, una persona debole, senza alcun senso di vergogna o di colpa, senza coscienza, senza integrità e, quindi, indegna della nostra amicizia. Quindi non solo perdiamo un amico, ma gli facciamo anche del male. La sua vita diventerà più sottomessa e lui non sarà più in grado di alzarsi in piedi da solo.

La Storia Che Narra Come Un Discepolo Aiutò Un Suo Amico In Modo Spietato

C'è un racconto cinese, non sono sicura se sia cinese o di Au Lac, un racconto su Liu Ping e Yang Li. Cinesi o di Au Lac, erano comunque due amici che si stavano preparando per gli esami Imperiali. Uno studiava con diligenza e, dopo l'esame, fu scelto come migliore studente. Ottenne un incarico importante presso la Corte Imperiale e ritornò gloriosamente al suo paese natale. L'altro amico, invece, che amava scherzare e non studiava così diligentemente, pur essendo molto dotato e avendo le stesse capacità del suo amico, non superò gli esami Imperiali perché era più pigro e non studiava molto. L'amico che divenne un alto funzionario aveva un cuore molto grande. Si ricordò del suo compagno, poiché erano stati amici per la pelle. Pensò che il suo amico avrebbe potuto trovarsi in difficoltà ora, quindi lo mandò a chiamare.

Quando l'amico arrivò, il funzionario finse di essere occupato e lasciò attendere il suo amico fuori per molto tempo. Quando il suo amico domandò di lui nuovamente, egli di proposito mandò da lui un piccolo impiegato perché lo intrattenesse e gli servisse un pessimo pasto. Gli fu dato lo stesso cibo che viene servito ai lavoratori della classe più bassa o alle persone molto povere e non fu affatto trattato bene. Quando l'amico chiese di incontrare il funzionario, questi finse di essere ancora occupato e gli disse di aspettare o di tornare un'altra volta, ecc... Un altro giorno, l'amico tornò per vederlo, ma il funzionario lo trattò allo stesso modo. In seguito, l'amico povero e scoraggiato si sentì molto turbato, arrabbiato e offeso, tanto che non tornò più dal suo amico. Tornò a casa molto agitato! (La Maestra ride). Si sentiva ogni giorno più turbato. Sentendosi molto giù, non voleva fare nulla, non voleva neppure vivere, ma un giorno, inaspettatamente incontrò una ragazza. Era molto bella, molto gentile ed elegante, ma indossava abiti comuni.

Apparve improvvisamente dal nulla. Dopo essersi incontrati, lei lo incoraggiò e capì i suoi sentimenti, le sue difficoltà e come era stato tradito dal suo amico, ecc. Decise di aiutarlo e gli disse: "Non ti preoccupare. Continua a studiare: io so tessere e posso fare molti lavori a mano per aiutarti. Pregherò anche il Maestro interiore affinché ti aiuti. Non ti preoccupare". (La Maestra e tutta la platea ridono). Il giovane poté, quindi, concentrare l'attenzione sui suoi studi. Le promise che avrebbe studiato molto, che avrebbe superato gli esami Imperiali e che la avrebbe sposata. La ragazza non parlava molto, diceva solamente: "Vedremo a suo tempo! Prima studia intensamente. Di questa questione secondaria ne riparleremo più avanti!". Ripeteva sempre queste parole e gli impediva di andarle vicino. Continuava a ripetere che doveva studiare molto, che non doveva lasciarsi distrarre da storie d'amore, che per queste cose mancava ancora molto tempo e che prima doveva prepararsi per gli esami Imperiali! Lei continuava a lavorare per pagargli gli studi e lui, agli esami Imperiali seguenti, fu promosso con il massimo dei voti!

Quando anche lui fu diventato lo studente migliore, la prima persona che volle vedere fu il suo ex amico, l'altro primo studente, cattivo e malvagio, che lo aveva tradito. Andò subito da lui, portando con sé molti subalterni per far vedere al suo amico che ora anche lui era un primo studente! Voleva rimproverare questo amico cattivo per come lo aveva trattato. Mentre inveiva con tutta la sua rabbia, il vecchio amico sussurrò qualcosa al suo subalterno. Questi rientrò ed uscì con una ragazza. Il nuovo studente vide immediatamente che era la ragazza che negli ultimi tre anni aveva lavorato per lui, mantenendolo, mentre lui studiava: "Perché sei qui?" le chiese. Il vecchio amico rispose: "È mia moglie!". (La Maestra e tutta la platea ridono).

Capite? Sacrificò la propria moglie per aiutare il suo amico. Mandò la propria moglie da lui per lavorare e mantenerlo, per incoraggiarlo a studiare, in modo che non degenerasse, che non sprecasse il suo talento e seppellisse la sua intelligenza. Questo amico, ovviamente, non poteva capire le buone intenzioni del suo amico studente. Continuava a pensare che il suo amico lo aveva trattato male e desiderava vendicarsi. In seguito capì. Si inginocchiò e inchinò dinanzi a lui, poi si abbracciarono e piansero in maniera commovente. Dovreste conoscere questo racconto; è un racconto cinese? E' molto famoso ad Au Lac. (La Maestra ride). Questa è la crudeltà di un gentiluomo. Talvolta, invece, la compassione di una persona cattiva potrebbe ferire il prossimo. Ma la crudeltà di un gentiluomo è davvero difficile da trovare; può aiutare molte persone, aiutare lui stesso e gli altri. E' la vera compassione. Talvolta, quindi, dobbiamo saper essere spietati. Capite cosa intendo dire?

La Persona Veramente Buona Sa Quando Essere Severa E Quando Dolce

Questo racconto ci fa capire ciò che Confucio intendeva dire quando affermava: "Conoscere la compassione e avere compassione, ma sapere anche quando non essere compassionevoli". Ciò significa che dovremmo essere capaci di dosare la severità e la dolcezza in modo efficace. Altrimenti restiamo attaccati e bloccati nelle nostre qualità di persone compassionevoli. Ma non va bene neanche se non sappiamo esprimerle mai. Talvolta dobbiamo lasciarle uscire! Supponiamo di avere un tesoro. Quando scoppia una guerra, ovviamente, riuniamo tutti i nostri diamanti, l'oro, l'agata, il corallo, ecc. in un pacchetto, ce lo teniamo addosso e non vogliamo lasciarlo andare. Dovunque andiamo, ce lo portiamo con noi finché non raggiungiamo un luogo sicuro. Ma dopo essere arrivati in questo luogo, dobbiamo posare il pacchetto da qualche parte. Oppure, se i nostri amici o parenti sono affamati, dobbiamo prendere qualcosa per venderlo e ottenere così il denaro necessario per acquistare del cibo per loro. Non possiamo restare aggrappati al tesoro e non pensare agli altri. Dunque, la compassione e la crudeltà andrebbero usate di conseguenza. Se sappiamo usarla nel modo giusto, la crudeltà è compassione; altrimenti, la compassione diventa crudeltà, la compassione diventa malignità.

Molte persone fanno un cattivo uso della parola "compassione". Pensano che una persona dovrebbe essere sempre compassionevole e misericordiosa. Ogni giorno sorridono e, a chiunque arrivi, dicono: "Bene! Bene!". (La Maestra e tutta la platea ridono). Questa è stupidità, solo un Buddha di legno farebbe questo. Gli esseri umani non dovrebbero comportarsi in questo modo. Un gentiluomo dovrebbe sapere trattare con gli altri, dovrebbe sapere quando andare avanti e quando indietreggiare, quando essere severo e quando dolce. Questa è una persona veramente buona. Pertanto, Confucio qui disse di non essere così compassionevole come Yenhui. Questo è il motivo: perché talvolta non era compassionevole. C'erano dei momenti in cui sembrava aver lasciato andare la sua compassione e in cui era piuttosto crudele verso alcune persone. Ecco perché ha detto che Yenhui era più compassionevole di lui. Forse Yenhui era compassionevole sempre e non sapeva quando era il momento di dire "no, "non capisco" o "non posso". Capite? Dire sempre "sì", "sì", "sì" non è compassione, ma stupidità.

Una Forma Superiore Di Compassione

Pertanto, anche se Yenhui era molto compassionevole e affettuoso, non possedeva una dose di crudeltà e non sapeva quando mettere da parte la propria compassione. Per avere, quindi, un cuore veramente affettuoso e una maggiore compassione, ha dovuto andare ad imparare l'insegnamento di Confucio. Ora capite cosa intendo dire! Non è che Confucio non sapesse come essere compassionevole, ma conosceva una forma superiore di compassione. Dunque diciamo che una persona pienamente illuminata non è soltanto compassionevole. Non è compassionevole come noi esseri umani immaginiamo; il suo comportamento e i suoi metodi non sono quelli che ci aspettiamo, quelli che rientrano nell'ambito della morale, della benevolenza, della rettitudine, della cortesia, della saggezza e della fedeltà. Capite? Ha superato questo livello. Quando dovrà entrare in questo ambito, lo farà. Quando dovrà uscirne per aiutare altre persone, per realizzare ideali più alti, lo farà, capite? Va e viene liberamente. La maggior parte di noi può soltanto rimanere entro questo ambito, non sa come uscirne o tornare. Se non sappiamo come uscire, non è la stessa cosa; implica una scelta più rigorosa, come una strada a senso unico, in cui sappiamo soltanto andare avanti e non come tornare indietro!

Proprio come Zigong. Egli era molto eloquente, molto bravo a discutere, ma non sapeva quando era il momento di stare zitto ed essere una persona semplice. Quando non sapeva qualcosa, doveva dire che non lo sapeva, in quanto non poteva conoscere ogni cosa. Tutto ciò che dovremmo sapere, lo sappiamo; ciò che non dovremmo sapere, non abbiamo bisogno di saperlo. Se non so, posso dire che non so perché non ho bisogno di saperlo e che non morirò per il fatto di non saperlo! So tutte le cose che dovrei sapere e tutto ciò che dovrei fare; quanto a quello che non dovrei sapere e non dovrei fare, lo lascio perdere!

Anche se diciamo di sapere, talvolta non sappiamo realmente. Vi sono molte persone che hanno sempre una risposta pronta, qualunque cosa domandiate loro. (La Maestra ride). Capite? Nessuno le può convincere del contrario; a volte si è troppo stanchi per discutere con loro, ma ciò non significa che essi sappiano tutto. Sono troppo curiosi, troppo desiderosi di vincere. Vogliono sapere tutto, capire ogni cosa. Così, talvolta, diventano un gran peso, capite? E poi non possono permettersi di perdere, non possono diventare qualcuno che talvolta è un uomo comune, molto semplice, proprio come un bambino che non sa discutere e a cui non interessa chi vinca.

La Via Comune È Il Tao

Leggendo questo racconto oggi, mi sento piuttosto confortata. E' perché, talvolta, quando cominciavo a discutere, non riuscivo a convincere il mio interlocutore che continuava a citare molti sutra e molte teorie, che anche secondo me avevano senso. (La Maestra e tutta la platea ridono). Quindi mi perdevo. Quando tornavo a casa, pensavo: "Come posso essere una Somma Maestra eppure perdere così la faccia?". (La Maestra e tutta la platea ridono). Oh, poi mi dicevo: "Be', visto che non avevo più una faccia, chi se ne importa se l'ho persa?". (La Maestra ride). Oggi vi leggo ciò che Confucio ha detto a proposito del fatto che, qualche volta, quando parliamo, abbiamo anche bisogno di impaperarsi. Ciò che intendeva dire è che Zigong era molto eloquente, aveva un'ottima pronuncia, ma non sapeva quando era necessario impaperarsi, capite? A cosa serve impaperarsi? Non significa che non siamo eloquenti, ma semplicemente che non dobbiamo vincere sempre, che non dobbiamo essere grandi sempre. Capite? Se una persona fosse fantastica in ogni momento, nessuno potrebbe sopportarla! E neppure lei potrebbe sopportare se stessa, capite? Se non capiamo che qualche volta abbiamo bisogno di impaperarci, se non siamo abituati a farlo e vinciamo sempre, il giorno in cui dovessimo perdere una sola volta, ci suicideremmo, perché non ne siamo abituati e non possiamo accettarlo. Questo tipo di persona è troppo rigido!

In questo mondo, quindi, non si può essere troppo perfetti, capite? Leggermente imperfetti è la vera perfezione! Ciò significa sapere quando è il momento giusto di fare qualcosa; quando dovremmo spiegare e quando non dovremmo discutere. Dovremmo comportarci come se fossimo sordomuti; non importa. Allora, potremo essere veramente disinibiti e liberi! Se cerchiamo di essere sempre delle brave persone, se cerchiamo di tenere alto il nostro buon nome in ogni situazione e siamo capaci di controbattere a qualunque cosa si dica, ciò è troppo noioso e inflessibile. Non è perfetto né divertente. (La Maestra ride). Quando le cose sono sempre uguali, non sono più divertenti!

Un Maestro Illuminato Sa Gestire Le Situazioni Con Umiltà E Secondo Le Esigenze

Confucio ha detto che Zilu era più coraggioso di lui, ma non sapeva che talvolta era necessario essere una persona umile e timida. A volte dovrebbe essere così, proprio così! Vi ho detto cosa è accaduto nelle Filippine la volta scorsa, quando hanno cercato di controllarci con la forza. Eravamo in molti e, ovviamente, avremmo potuto reagire, ma se entrambe le parti si fossero innervosite, lo scontro sarebbe stato sicuro. Pensate che il risultato sarebbe stato buono? Certamente no! Non è così? Innanzitutto, ero un'ospite nella loro Nazione. Secondariamente, siamo persone spirituali. In terzo luogo, eravamo laggiù per aiutare, non per complicare la situazione e provocare ulteriori malintesi. Non sarebbe stato vantaggioso per nessuna delle due parti, giusto? Pertanto, se quella volta non fossi stata tranquilla e non me ne fossi andata, se non avessi finto di avere paura della loro forza e non mi fossi arresa, i guai sarebbero stati seri! La situazione sarebbe diventata molto complicata e terribile e avrebbe potuto non essere vantaggiosa per i profughi di Au Lac. Che cosa sarebbe accaduto se avessimo vinto? Avremmo dovuto acquistare ugualmente i biglietti dell'aereo per tornare a casa, di lì a poco! (La Maestra e tutta la platea ridono). Non avevamo intenzione di restare là per sempre. Non dobbiamo essere troppo impulsivi, né giudicare un vero eroe semplicemente dal risultato di un incidente.

Fin dai tempi antichi, in Cina, tutti i praticanti, gli insegnanti o i maestri di arti marziali hanno sempre proibito alle persone di mostrare la loro arte inutilmente. Veniva insegnato loro di essere pazienti e tolleranti fino a quando non fosse necessario difendersi. Non dovevano provocare combattimenti, accettare sfide o mettersi in mostra. E' vero? Non perché non fossero coraggiosi o capaci di combattere, ma perché le vere arti marziali richiedono la tolleranza, non la lotta.

Quando veniamo spinti contro un muro, ovviamente dobbiamo reagire. Ma non dobbiamo esibirci continuamente, perché gli altri sappiano che non abbiamo paura di nessuno o per dimostrare quanto siano terribili le nostre arti marziali o quanto siamo forti e abili. In questo mondo, dunque, talvolta un maestro illuminato sistema le cose in base al flusso naturale della situazione e umilmente. Come ad esempio il Buddha Shakyamuni che, pur possedendo grandi poteri miracolosi, rifiutava la competizione quando veniva sfidato. Anche Gesù Cristo aveva molti poteri miracolosi. Sentì che sarebbe stato crocifisso, conosceva il suo destino, sapeva che sarebbe stato crocifisso per poter salvare gli esseri senzienti, quindi si lasciò crocifiggere. Non che non potesse fuggire, avrebbe potuto scappare senza neppure usare i suoi poteri miracolosi, visto che aveva molti discepoli e che sapeva in anticipo che la sua ora era giunta. Non è che non lo sapesse, e avrebbe potuto fuggire via semplicemente, senza neppure usare i suoi poteri miracolosi!

~Somma Maestra Ching Hai~



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