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Colui che raggiunge la realizzazione di Dio e il Messia di Dio

29 maggio 1991 - Costa Rica

Rispettando il volere di Dio e la richiesta dei discepoli della Costa Rica, oggi sono qui e ho l'onore di salutare voi, i cittadini di una grande nazione. Preghiamo affinché Dio apra i nostri cuori in modo che stasera possiamo pensare allo stesso modo e capire le stesse cose.

Tutti sappiamo che Dio è nel nostro cuore, ma perché è così difficile conoscerlo? Perché Gesù ha dovuto venire a soffrire per indicare alla gente la via del Signore? Non poteva farlo Dio da solo, senza sacrificare Suo figlio? Lo sapete?

Se Dio è nel nostro cuore, perché non fa in modo che lo possiamo riconoscere? E' perché siamo troppo complicati, troppo complicati addirittura per Dio. Ci immaginiamo che Dio sia fatto in questo o in quest'altro modo e abbiamo stabilito che faccia quello e quell'altro per noi, senza volere neppure sapere che cosa Egli sia veramente. Preghiamo molte volte, ma non sappiamo cosa sia la sincerità vera. Sì, siamo molto sinceri, ma preghiamo per cose diverse, non per la realizzazione di Dio e anche se preghiamo per la realizzazio-ne di Dio, non le dedichiamo la nostra massima attenzione e sincerità nelle nostre preghiere.

Non è che non vogliamo offrire a Dio la nostra massima sincerità. Il fatto è che, in questo mondo fisico pieno di tentazioni, di pregiudizi, idee preconcette e insegnamenti sbagliati, non ci è possibile farlo. Dal Suo livello altissimo e onnipotente, Dio non può raggiungerci direttamente, a causa della grande distanza che Lo separa dal nostro pensiero, dal nostro modo di vivere e dalla nostra percezione. Per colmare questa distanza, è dovuto venire Gesù, ad esempio.

Quando Gesù comparve sulla terra, la maggior parte della gente non Lo riconobbe, anche se, a quel tempo, molte profezie avevano preannunciato che il Messia, il Redentore, stesse arrivando. Quando, infine, giunse, non potevano crederci. Era anche per l'idea che si erano fatti nella loro testa; l'idea che se il Figlio di Dio fosse venuto, avrebbe dovuto essere glorioso, diverso da chiunque altro, magari con il naso che gli cresceva sulla testa.

Mi è appena venuto in mente come veniva descritto il Buddha nelle scritture buddiste e non sono riuscita a trattenermi dal ridere. Scusate. E' bene che non conosciate il Buddismo, altrimenti morireste probabilmente dal ridere. Volete sentire a cosa somigliava il Buddha? Sì. Va bene. Non biasimatemi, e non pensate che stia predicandovi il Buddismo.

Sembra che il Buddha avesse ottanta macchie superiori e trentadue segni sacri belli ed evidenti. Ora ve ne dirò qualcuno, d'accordo? Perché non posso elencarveli tutti. La maggior parte li ho dimenticati. Inoltre, non voglio ricordarli tutti perché ciò confonderebbe la mia mente su come il Buddha dovrebbe effettivamente essere.

Secondo queste cosiddette scritture, la lingua del Buddha era così lunga, le Sue orecchie così grandi e i Suoi capelli ricci Gli coprivano tutto il corpo, come se fosse una pecora. Sembra che avesse anche una grossa protuberanza carnosa sulla fronte, una specie di corno, forse come un unicorno. Vi immaginate quando il Buddha parlava? La Sua lingua gli usciva tanto così dalla bocca? (La Maestra fa vedere). Non spaventerebbe chiunque? Sembra, inoltre, che camminasse come un'oca. Sapete come camminano le oche? Questi sarebbero stati i segni sacri. Sembra che la Sua faccia fosse come quella di un leone e le Sue spalle come quelle di un orso. C'erano molti altri segni di animali, ma non voglio continuare a parlarne. In conclusione, il Buddha assomigliava a una creatura molto strana. Se mi capitasse di vederLo, probabilmente direi: "No, grazie!".

Adesso, dunque, se un Buddha venisse su questa terra e la gente cercasse questi segni, sarebbe la fine perché credo che non riusciremmo a trovare nessuno fatto in quel modo. Gesù fu fortunato perché visse soltanto tre anni e mezzo dopo la Sua apparizione pubblica. Se fosse vissuto più a lungo, è probabile che la gente avrebbe riferito più particolari sul Suo aspetto, come per il Buddha. Quindi avremmo dovuto aspet-tare molto, molto tempo prima che, come promesso, ritornas-se, in quanto intenti a cercare qualcuno corrispondente a quella descrizione.

Ciò che dobbiamo sapere è che non è Gesù in persona o il Buddha in un corpo che potrebbero apparire di nuovo su questa terra per insegnarci qualcosa: è lo spirito. Quando lo spirito di Dio scende sulla terra, può essere ospitato in un corpo qualsiasi. Gesù, che era un santo che aveva raggiunto una profonda realizzazione, lo sapeva e non sosteneva mai di essere l'unico in grado di compiere le azioni che faceva. Era l'unico, ma solo a quei tempi. Al termine della Sua vita sulla terra, sarebbe arrivato qualcun'altro. No, non esattamente qualcun'altro: è un altro tipo di corpo che racchiude la stessa forza, lo stesso spirito. E' chiaro?

Chiunque ospiti questa forza proveniente da Dio viene da noi chiamato o chiamata l'eletto o il Figlio di Dio. E' Dio che sceglie il Suo messia. Non è una nostra scelta. Possiamo aspirare a diventarlo, possiamo prepararci, purificandoci e rendendoci disponibili, ma è Dio che sceglie. In ogni epoca ne possono venir scelti uno o due. Ecco perché è piuttosto raro.

Potremmo essere santi, potremmo essere pii e persone che hanno raggiunto la realizzazione di Dio, ma non dobbiamo necessariamente essere un messia, un profeta. Anche nel primo caso potremmo essere di grande aiuto al mondo intero, a tutto l'universo, senza essere stati apertamente scelti da Dio. Questa è l'unica differenza tra un messia o un eletto e una persona che ha raggiunto la realizzazione. Quest'ultima possiede la forza di Dio, la realizzazione di Dio, ma un eletto possiede proprio tutto e può, quindi, aiutare l'umanità, soffrire e glorificare Dio personalmente.

Pertanto, contemporaneamente a Gesù e a Buddha c'erano molti altri santi che, non essendo gli eletti, non dovettero soffrire come Gesù. Allora Gesù disse: "Nessuno va dal Padre se non tramite me", ma disse anche: "Quando me ne sarò andato, vi manderò dei "Consolatori", quindi non rattristatevi". Promise che qualsiasi cosa Egli avesse fatto, i Suoi discepoli avrebbero potuto farla in modo migliore. Ciò significa, quindi, che chiunque potrebbe raggiungere la realizzazione di Dio ed essere grande come Gesù. Se poi saremo o non saremo gli eletti, dipende soltanto dalla volontà dell'Onnipotente.

In realtà, non sono molte le persone che possono sperare di raggiungere la posizione di Gesù o del Buddha. Per questo motivo la gente continua a ripetere che Gesù o il Buddha sono stati gli unici. In un certo senso è vero, ma in realtà non lo è. Altrimenti Gesù non ci avrebbe detto: "Ciò che io posso fare, voi lo potete fare meglio". E' inutile desiderare di diventare famosi in tutto il mondo come il Buddha o Gesù, ma potremmo ugualmente ambire alla realizzazione di Dio ed essere di aiuto a noi stessi e a chiunque ci sia vicino.

Lo scopo, quindi, per cui si pratica un metodo o si segue una via è quello di realizzare noi stessi, realizzare Dio, non è che vogliamo essere come Gesù o il Buddha. Quando Dio vorrà che diventiamo come Loro, volenti o nolenti, non potremo rifiutare. Non voglio spaventarvi. E' la verità che ho scoperto con la mia esperienza. Posso anche dirvi che la posizione di Gesù o del Buddha non è nemmeno divertente. Va bene, quindi, non desiderare di diventare come Loro.

Come mai l'unico figlio di Dio, Gesù, ha dovuto soffrire e portare la croce? O qualcuno come il Buddha, che aveva il massimo potere, ha dovuto sopportare ogni incomprensione, insulto e attacco da parte delle persone del Suo tempo? Da un lato è per l'ignoranza della gente, dall'altro è perché il corpo del maestro deve sopportare una parte del karma dei suoi discepoli. Ma il maestro o la maestra lo può fare solo se si trova ancora nel corpo fisico. Era, quindi, necessario che, a quel tempo, Gesù venisse sulla terra, soffrisse per la gente e portasse la croce. In questo momento io ne ho una al collo. (Qualcuno tra il pubblico ha appena dato alla Maestra una collana con appesa una croce). Non so se sia una coincidenza, un avvertimento, o soltanto un riconoscimento. Ad ogni modo, la porto ogni giorno.

Quando le persone vanno da un maestro che possiede questa forza, non c'è dubbio che lo adorino. Gli portano frutta, fiori e il loro amore, ma depositano anche i loro debiti ai piedi del maestro. Anche se l'oceano della misericordia dell'Onnipotente laverà via gran parte dei detriti portati dalla gente, qualche residuo rimarrà ancora nel luogo in cui è stato depositato e il corpo del maestro deve sopportare questo peso.

Gesù non fu l'unico a subire una così terribile punizione inflittaGli dalla gente. Se studiate la vita dei santi dei tempi antichi o dell'India, vedrete che molti di loro hanno avuto dei destini analoghi. Qualche maestro fu addirittura bruciato vivo o fatto sedere su una pentola di ferro bollente sotto il sole cocente. Qualche maestro fu addirittura scuoiato vivo, tagliato a pezzi, un pezzo alla volta, come nella vivisezione. Ciò accadde persino in India, in una terra sacra, nella terra in cui la maggior parte della gente era vegetariana, profondamente religiosa e conosceva le scritture. Per questo vi ho detto che la posizione di Gesù o del Buddha non è divertente.

Ma queste sono solo le sofferenze fisiche che possiamo vedere con i nostri occhi. Ci sono sofferenze mentali che i maestri sopportano in silenzio, che noi non conosciamo. Dobbiamo, quindi, ringraziare Dio che non ne abbia scelti molti, altrimenti penso che nessuno vorrebbe diventare maestro.

Potreste chiedermi: "Allora, perché dovremmo praticare? Perché dovremmo meditare su Dio?". Dobbiamo farlo, altrimenti soffriremo moltissimo, e l'intera razza umana soffrirà. Fin dai tempi antichi, il nostro mondo ha subito una grande evoluzione ed oggi è diventato più civilizzato grazie alle molte persone che hanno seguito gli insegnamenti dei maestri.

Quando un maestro giunge sulla terra, non solo i discepoli vengono elevati e viene mostrata loro la saggezza, ma anche l'intera umanità viene purificata ed elevata ad un grado di coscienza più alto. Pertanto, dopo che molti maestri hanno onorato la nostra terra, il mondo è diventato migliore, com'è oggigiorno. Ma non ha ancora raggiunto il livello della comprensione celeste. Non ha raggiunto la stessa coscienza di molti altri mondi nell'universo. In altre parole, siamo molto, molto giovani e ancora molto indietro nella comprensione spirituale, rispetto agli altri mondi.

Nei mondi celesti, che riusciamo talvolta a visitare con il nostro merito meditativo, possiamo vedere che la gente che vive lassù non ha bisogno del linguaggio per comunicare. Pur avendo ancora delle lezioni spirituali da imparare, sono molto avanzati, molto intelligenti e lassù i maestri non hanno bisogno di parlare. La presenza del maestro è sufficiente a permettere alle persone che vogliono studiare con lui di capire ogni cosa; non ci sono dubbi, né domande, risposte o pensieri complicati. Alla presenza del maestro, ogni cosa risulterà perfettamente chiara.

Nel nostro mondo vedo che, anche dopo molte lezioni e discussioni, esaudendo moltissimi desideri della gente e rispondendo a tantissime domande, non riusciamo ancora a capirci bene. Per questo motivo, Dio continua a mandare diversi maestri su questa terra e ogni maestro che arriva, incontra il problema della lingua e della scarsa abilità mentale della sua gente. Non tutti i maestri desiderano venire quaggiù per insegnare, sia pure molto brevemente, come fece Gesù. Pertanto, quando un maestro giunge in questo mondo, l'universo intero lo loda, lo approva e lo applaude.

Ma allora, qualcuno deve venire, no? Perché l'universo intero è tenuto insieme da una sorta di fraternità, di fratellanza, come succede tra i membri di una famiglia. Se un mondo o un pianeta è indietro nello sviluppo spirituale, anche gli altri pianeti ne soffriranno in qualche modo. Proprio come una famiglia intera sarebbe coinvolta per il fatto che un suo membro facesse qualcosa di sbagliato. Talvolta, anche una nazione intera deve sopportare le conseguenze di una sola persona. Sarebbe, quindi, di grande aiuto per il nostro mondo e per l'universo se recuperassimo le lezioni spirituali e cercassimo di migliorare la nostra comprensione il più possibile.

Se abbiamo già trovato una via che consideriamo adatta al nostro sviluppo spirituale, va bene: dovremmo continuare. Dovremmo fare tutto il possibile per seguire la via che abbiamo scelto. Come facciamo a sapere se questa è la via giusta per noi?

Come possiamo sapere se abbiamo scelto un buon maestro o un buon metodo? Devono esistere due condizioni. Dobbiamo, innanzitutto, essere dei buoni discepoli; in secondo luogo, il maestro deve essere valido. Una condizione sola non basta. Quindi, se siamo dei buoni discepoli, se siamo veramente fedeli e abbiamo fatto tutto ciò che un discepolo deve fare e se quella via o insegnamento del maestro ci soddisfa, accrescendo il nostro amore, la nostra saggezza e pace, allora quella è la via giusta. E' chiaro? Ma dobbiamo fare del nostro meglio. Non possiamo ricevere qualcosa in cambio di niente. Altrimenti, non ci sarebbe neppure bisogno di un maestro.

Se dopo aver fatto l'impossibile, provando e riprovando molte vie, non sarete riusciti a raggiungere la massima soddisfazione, vi invitiamo a seguire questa via, poiché sappiamo che è molto rapida e semplice. Al giorno d'oggi non abbiamo molto tempo ed energia da dedicare a una via molto complicata, lunga e difficile. Inoltre, c'è un'altra ragione, ossia il fatto che la nostra vita è davvero imprevedibile. Non sappiamo se vivremo fino a domani. Quindi, la cosa migliore è cercare di ottenere oggi quanto più sia possibile.

Prima che lasciassi la mia casa alla ricerca della realizzazione di Dio, dicevo soltanto una preghiera: "Dio, se esisti, per favore aiutami o, tramite me, apri gli occhi alla gente perché non riesce a farlo da sola. Come puoi chiedere loro di osservare i tuoi comandamenti, di amarti e adorarti quando non ti conoscono neppure? Devi aprire i loro occhi in modo che, prima, possano vederti". Questa era la mia preghiera. Probabilmente la sincerità mosse Dio a compassione e io ottenni ciò che desideravo.

Dopo aver studiato il carattere di molta gente e la psicologia umana durante il mio contatto quotidiano con persone diverse, sono giunta alla conclusione che la sincerità è difficile da trovare. Questo è l'unico motivo per cui non possiamo raggiungere la realizzazione di Dio, anche se Egli ci è molto vicino, è nei nostri cuori. Questo succede perché la maggior parte di noi è troppo attaccata all'aspetto fisico di questo mondo. Da un lato diciamo di voler conoscere Dio, ma dall'altro non riusciamo a rinunciare a ciò che abbiamo, nonostante Dio lo voglia. Questa è l'unica ragione per cui non riusciamo a raggiungere Dio. Altrimenti, lo potremmo fare molto semplicemente.

Questo è quanto sono riuscita a capire: ve lo vorrei insegnare, perché Dio non è poi così difficile da raggiungere; per noi è difficile rinunciare al mondo materiale. E' il nostro forte attaccamento che ci impedisce di avvicinarci a Dio. Sembra molto semplice, ma è proprio la causa originale. Ecco perché nella Bibbia si dice che non si può adorare sia Dio che mammona.

Dio ha insegnato, quindi, dei metodi speciali che potessero aiutare noi anime materialiste, spiriti ingabbiati. Questo metodo non è conosciuto da molti, ma solo da qualche gruppo. Il messaggio è stato divulgato in tutto il mondo soltanto al giorno d'oggi. Ma per questo motivo, chiunque porti il messaggio deve soffrire molto più di quanto soffrirono il Buddha e Gesù al tempo in cui vissero. Per poter portare il messaggio all'umanità, ci deve essere qualcuno che lo faccia. Penso che capiate cosa intendo dire.

Anche quando il messaggio viene diffuso in tutto il mondo, non tutte le persone lo ricevono. Potete immaginare quanto fu difficile al tempo in cui Gesù o il Buddha erano vivi, quando i mezzi di comunicazione erano molto più limitati. Inoltre, erano seguiti da un minor numero di persone. Un tempo la gente si lamentava per il fatto che c'era poca libertà di religione e le persone che credevano in Gesù o in altri maestri avevano molta paura di essere perseguitati, interrogati, imprigionati e puniti. Anche allora, la fede era molto forte, pur in quelle circostanze, e le persone apprezzavano ciò che ricevevano, forse più che al giorno d'oggi.

Oggigiorno, quando riceviamo il messaggio così facilmente, è probabile che non crediamo al suo valore. Quando è più chiaro e più facilmente disponibile, dà maggior adito alle critiche e, quindi, presenta anche degli svantaggi. Non possiamo, quindi, farci nulla. Non c'è soluzione! Se è difficile, allora è difficile trovare, praticare, incontrare il maestro. E' difficile radunarsi e capire, è difficile ottenere informazioni dal maestro e progredire e migliorare il suo movimento spirituale. Ma quando è facile accedervi, pensiamo: "Oh, come può essere così facile? Credo che non vada bene. Devo pensarci sopra, magari la prossima volta". Quindi, non c'è alcuna soluzione.

Eppure, Dio ama sempre l'umanità, quindi cerca sempre, così come i maestri, di fare tutto il possibile per offrire il sacro messaggio, la migliore soluzione, il metodo migliore ai fratelli e alle sorelle su questa terra.

C'è sempre la nostra immaginazione. Immaginiamo che il maestro debba essere in questo o in quest'altro modo, che il metodo della realizzazione di Dio debba essere in questo o in quest'altro modo, debba essere difficile da raggiungere e via discorrendo. Quindi, molte di queste idee preconcette e le circostanze esterne ci impediscono, talvolta, di conoscere la verità. La colpa non è completamente nostra. E' perché l'esistenza materiale è troppo difficile per noi, ha fatto il lavaggio del cervello a ognuno di noi, portandoci a una condizione e a un modo di pensare da cui difficilmente potremo uscire. Ciò rende difficile il lavoro del maestro e la nostra realizzazione di Dio.

Ma vale ancora la pena di tentare. Se qualcosa è facile da realizzare, penso che non sia neppure molto interessante. Dovremmo, quindi, lottare a modo nostro per capire che cosa è Dio o, per lo meno, chi siamo noi, perché ci troviamo qui e dove andremo dopo aver trascorso qualche anno su questa terra. Dove andremo? Perché stiamo qui soltanto qualche anno o qualche decennio? Ci siamo nutriti di così tanta carne di manzo, di maiale e di vegetali per diventare così grandi su questa terra, che dobbiamo almeno sapere il perché. Se non troveremo risposte a queste domande, non saremo mai felici. Questa è l'unica semplice ragione per la quale dobbiamo realizzare noi stessi, dobbiamo realizzare Dio per la nostra soddisfazione. Non potremo mai essere felici, nonostante la posizione in cui ci troviamo o i beni che possediamo, fino a quando non daremo una risposta a questa domanda fondamentale.

Quindi, non troverete mai una persona veramente felice in questo mondo, anche se è un re. Ma i discepoli di Gesù erano felici e i discepoli che seguono la nostra via lo sono altrettanto. Hanno raggiunto davvero la felicità interiore. Non è che io dia loro del denaro, li lodi o faccia qualcosa per renderli felici esteriormente. Perché, allora, è così? Perché hanno trovato la risposta. Stanno facendo ciò che si presume sia il loro dovere umano. Stanno adempiendo allo scopo della vita umana.

Ognuno di noi riceve la vita umana solamente al fine di realizzare Dio. Se rinunciamo a questo dovere, non saremo mai felici in questa o in altre vite. A dire il vero, questo è l'unico motivo della sofferenza umana, nessun'altro. Se ci rendessimo conto di come abbiamo lottato nel ventre di nostra madre, di come ci siamo pentiti degli errori delle nostre vite passate e di come, prima di nascere, abbiamo promesso a Dio di utilizzare questa vita in maniera veramente significativa per servirLo, allora non sprecheremo nemmeno un secondo per pensare ad altro, ma dedicheremmo tutto il nostro tempo libero per raggiungere la realizzazione di Dio!

Ma non appena nasciamo in questo mondo, dimentichiamo ogni cosa. Perché lasciare che la gente dimentichi è la legge del mondo materiale. E', quindi, necessario che venga un maestro a rinfrescarci continuamente la memoria, finché riusciremo a ricordare ciò che avevamo promesso a Dio dentro il ventre di nostra madre. Potremmo non ricordare con il nostro cervello fisico, ma la nostra anima, la capacità della nostra saggezza ci riuscirà. Allora potrebbe succedere che seguiremo l'insegnamento del maestro, che torneremo sulla via di Dio. Quello sarà il nostro giorno più fortunato. Auguro che per tutti voi giunga questo giorno fortunato. Grazie per la vostra affettuosa attenzione. Amen!

~Somma Maestra Ching Hai~



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