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Siate i maestri di voi stessi per diventare un tutt'uno con Dio

27 gennaio 1991 - Panama

Le persone crescono, ma sembra che non imparino molto. Anche laggiù, dopo aver fatto qualcosa molte volte, devono spesso ricominciare daccapo perché il lavoro non è fatto nel modo giusto, artisticamente. Non è fatto con cura, non è fatto correttamente, soprattutto non correttamente. Se, ad esempio, tagliano l'erba, la lasciano troppo lunga, ne tagliano soltanto una parte, cosicché due o tre giorni più tardi, dopo che è piovuto, sembra tutto come prima, una giungla.

Preferiamo fare ogni cosa da soli e non vogliamo che altre persone vengano a intromettersi. Ecco perché. Solitamente, quindi, facciamo tutto da soli, ad eccezione di qualche progetto difficile che richiede la collaborazione di persone esperte. Se io sono presente, lavorano meglio. Sì, alle volte, quando sono presente, il lavoro viene svolto più rapidamente e in modo migliore. Talvolta devo mescolare il cemento o trasportare pietre e lo faccio insieme a loro. Se ho tempo e sono in forma, lo faccio sempre. Ho talmente tante cose di cui occuparmi che non posso stare sempre con loro; così i lavori non vengono svolti.

Talvolta, anche quando sono presente, i lavori non vengono eseguiti. Sono troppo occupati a guardarmi o sono emozionati per la mia presenza. A volte devo entrare furtivamente nella sala, capite, senza farmi vedere. Una volta una persona mi ha vista, tutto il gruppo mi ha vista immediatamente e si sono tutti voltati a guardare. Capita inoltre che, quando sono in giro, le persone continuino a guardarmi e, quindi, tagliano l'erba in questo modo, capite. Invece di tagliare l'erba, si tagliano le dita. Oppure tagliano l'aria, anziché l'erba. Quindi il lavoro non viene eseguito.

Alle volte camminiamo insieme, se sono su una montagna, il gruppo che mi segue sembra un ingorgo stradale. Tutte le persone camminano lentamente. Camminano e guardano; qualche volta sono finite in un fosso e allora "wow!". Quando sono insieme a loro ho sempre il batticuore perché camminano nell'aria, non camminano per terra. Sapete come camminano le persone quando stanno guardando qualcos'altro. Ricordate che sono con loro per portarli a fare una passeggiata, ma loro non camminano. Io dico: "Da questa parte". Loro dicono: "Da che parte?". Gliel'ho già detto, ma loro continuano a guardarmi per tutto il tempo. Probabilmente non si sono guardati intorno. Così cadono uno sull'altro. Talvolta succede questo, si trascinano giù uno con l'altro. Io guardo questo spettacolo con dispiacere, quindi me ne vado e li lascio soli. Poi cosa succede? Si dividono in due o tre gruppi e scompaiono in un istante. Improvvisamente, tutti sanno dov'è la strada e qual è la destinazione. Nessun problema. Penso che dovremmo avere sempre un'attenzione particolare. Quando guardiamo qualcosa o qualche lavoro, sappiamo immediatamente cosa fare. Non occorre far confusione e non c'è bisogno di imparare così tanto dalla gente. Proviamo ad imparare qualcosa anche da qualcun'altro, se è più preparato di noi.

Altrimenti, dovunque io vada, vedo moltissime persone appiccicate le une alle altre. Ho appena parlato con Parkin e ho detto che i componenti del nostro gruppo sono sempre appiccicati, la madre con il figlio, il marito con la moglie o la figlia con il padre e il fidanzato con la fidanzata: sempre così. Dovunque vadano, sono sempre in coppia, in coppia, in coppia, non vedono mai qualcos'altro, non imparano mai qualcos'altro, non parlano mai con qualcun'altro. Penso che sia davvero noioso.

Fareste meglio a stare da soli. Talvolta ci scusiamo perché stiamo insieme. Talvolta dovete sentire che è come una prigione. Possiamo essere prigionieri anche senza essere in carcere. Inconsciamente, lasciamo che altre persone ci controllino o si impossessino della nostra vita in maniera eccessiva; così diventiamo dipendenti. Non solo dipendiamo dal nostro compagno, ma gli impediamo anche di crescere e di ottenere conoscenza o libertà. Capite? Essendo sempre insieme, succede che l'uno si senta a disagio anche soltanto per andare dal vicino senza l'altro. Allora entrambi si fermano lì. Capite cosa voglio dire?

Ecco perché impedisco sempre a un monaco.... Vi prego di non offendervi. Non sto parlando soltanto di voi. E' un modo per spiegarvi qualcosa di utile. Non vi sto criticando o dicendo che tutte le persone sono uguali. Non solo qui e non voi. Talvolta avete un valido motivo per stare insieme, che anch'io conosco. Ad esempio quando una persona non può camminare, è disabile o qualcosa del genere, ha sicuramente bisogno che qualcuno la aiuti. Questo va bene, ma cerchiamo sempre di essere indipendenti e liberi nei nostri movimenti, pensieri e discorsi, impedendo a chiunque di impadronirsi della nostra vita al punto tale da non poter più respirare e non avere più spazio. Ci fermiamo là, non possiamo crescere, questo è troppo. Siamo sempre quella persona. Siamo la nostra madre o il nostro padre e cresciamo nello stesso modo in cui lui o lei sono cresciuti, o diventiamo come il marito o la moglie. Non abbiamo mai idee originali, non ci divertiamo mai e non otteniamo mai alcun piacere dalla forza creativa. Non possiamo avere indipendenza e libertà. Capite? Non lasciate che ciò accada. E' tutto.

Ho notato lo stesso fenomeno in molti gruppi, in molte occasione e in molti luoghi diversi. Noto sempre lo stesso fenomeno. A volte ho visto una coppia, marito e moglie, padre e figlio o madre e figlia seduti insieme. Nella direzione opposta era seduta un'altra coppia, magari marito e moglie, padre e figlia, della stessa età e con gli stessi interessi. Si guardavano tra loro da una parte all'altra della tavola o della stanza. I giovani morivano dalla voglia di conoscersi, ma erano troppo timidi e avevano la sensazione di essere legati lì con una catena di ferro, a causa del padre, della madre, del marito o di chiunque altro. Sapete che è possibile legare le persone anche senza catene. Potete legarle con la vostra atmosfera, con il vostro sguardo, il vostro atteggiamento, le vostre parole o con le radiazioni del vostro campo magnetico.

Le persone si sentono legate lì con voi. Non possono muoversi. Anche se vogliono attraversare la stanza e divertirsi, parlare, scambiare qualche idea o imparare qualcosa, non possono farlo perché sono inchiodate alla sedia con voi, vicino a voi o legate assieme. Proprio come un poliziotto e un criminale: talvolta il poliziotto cattura un criminale e si lega insieme a lui in modo che non possa muoversi, ma anche il poliziotto è legato. Sono entrambi nella stessa condizione. E' buffo. Può essere soffocante. Ecco perché alcuni matrimoni si rompono. Ecco perché talvolta i bambini fuggono da casa. Ecco perché alle volte due fidanzati si lasciano, perché non possono sopportare questa pressione invisibile.

Questo non vale soltanto per alcune persone. Vale per tutti. La maggior parte delle persone possiede questa tendenza possessiva da un lato e uno stato di insicurezza dall'altro. Siamo possessivi perché pensiamo che quella persona appartenga a noi e che abbiamo il diritto di fare ciò che vogliamo con lei, imponendo ogni tipo di regola severa, visibile o invisibile, oppure usiamo il nostro affetto per impedirle di allontanarsi. Ciò accade con nostra moglie, nostro marito, il nostro caro amico, il nostro fidanzato, la nostra fidanzata, i nostri parenti, i nostri bambini, i nostri discepoli, il nostro maestro o con chiunque altro. Sì, vedo che anche molti cosiddetti maestri sono davvero possessivi verso i loro discepoli. Non li lascerebbero mai andare via.

***

Conosco molti gruppi di cosiddetti praticanti e so che quando lasciate il gruppo, l'organizzazione o il cammino che stavate seguendo, non volete più ritornarci. Scegliete un'altra via, un altro maestro. Ricevete molte telefonate, vi bussano alla porta e suonano il campanello a tutte le ore del giorno e della notte. Vengono persone a casa vostra per convincervi a tornare nel gruppo originario. Ciò succede dovunque. Non solo nella famiglia e tra amici o tra marito e moglie, ma anche nel cosiddetto gruppo di pratica illuminato. E' molto soffocante. Non ho mai visto un gruppo come il nostro che scriva sul proprio modulo di iniziazione: "Se non potete osservare le regole, siete pregati di non venire". Avete mai visto qualcosa di simile? No, è la prima volta, credo. Il nostro gruppo, dunque, è eccezionale.

D'altro canto, le persone stanno insieme perché si sentono insicure, non solo perché sono possessive. Talvolta lo fanno solo per possessività, ma talvolta per insicurezza. Ciò avviene perché una persona può sentirsi più tranquilla e sicura con un compagno, sia esso il marito, la moglie, la madre, il padre, un figlio o magari un cane! Sì, alle volte le persone prendono con loro un cane perché così si sentono meglio. Non si sentono più sole. Si sentono più forti. Sì. E' proprio così. Ecco perché le persone allevano i cani. Che cosa ne pensate? Ovviamente, allevano i cani e i gatti anche per una questione di amore. Ricavano un gran piacere dall'amore che l'animale nutre nei loro confronti. Non sto dicendo che tutti sono uguali, ma oggi stiamo parlando di possessività e insicurezza. Ecco perché ne ho parlato. Non è che tutte le persone allevano un cane per quella ragione. Spero che chi di voi alleva animali non organizzi una manifestazione contro di me per quello che dico. Non c'è nulla di personale.

Talvolta, ad esempio, una ragazza cammina da sola per la strada e non si sente molto sicura, anzi si sente piuttosto strana. "Perché cammino da sola per la strada?". Si sente molto impacciata. Ma se cammina con un cane, ha un motivo, capite, ad esempio quello di portare a passeggio il cane, con cui continua a parlare anche se lui non la capisce. Lo porta con sé solo perché le persone sappiano che è in compagnia. Non c'è nessuna ragione personale per cui cammino. Non è per voi; è per il mio cane, ecc. O soltanto per mascherare la sua timidezza. Riuscite a immaginarlo o no? A volte le persone portano fuori i bambini o i neonati e per tutto il viaggio in treno o in autobus continuano a parlare al neonato, che magari è profondamente addormentato, quindi non sente nulla. Continuano a parlare.... Non so perché. Forse per farsi compagnia, per attirare l'attenzione della gente o perché, in questo modo, si sentono più sicure.

C'è anche un'altra ragione. Quando le persone si trovano in mezzo a tanta gente o in un posto strano, probabilmente si sentono spaesate, nervose, hanno la sensazione di essere osservate da tutti, di non essere abbastanza belle o si sentono a disagio per gli sguardi di altre persone. Quindi si attaccano al compagno e cercano di parlare con lui per scacciare la timidezza o il disagio che provano dentro. Talvolta succede che si sentano molto meglio con una persona conosciuta che ha le stesse idee, svolge lo stesso lavoro o coltiva gli stessi interessi. Così vogliono sempre stare insieme. Talvolta va bene, ma non sempre. Ecco perché a volte le persone organizzano feste o escono per incontrare altra gente al night club o ad una festa, ma poi stanno appiccicati anche lì. Ogni coppia sta insieme, quindi è la stessa cosa.

Anch'io sono circondata da collaboratori molto validi. Non sono cattivi. Sono molto attenti ai miei bisogni personali, ad esempio si occupano dei miei vestiti, della mia puntualità e sono molto scrupolosi e rispettosi. Soltanto da questo punto di vista, non parlo di incarichi più importanti. Ne ho molti. Sanno cosa voglio ancor prima che lo chieda. Non è male. Hanno occhi intensi e attenzione delicata, perfino di notte, anche quando sto male, lo sentono, lo sanno. Vengono da me, mi chiedono se è successo qualcosa e se ho bisogno di qualcosa. Ma anche se sono così buoni, mi sento come una prigioniera, se mi assistono continuamente. Perciò, a volte devo anche allontanarmi. Ho bisogno di queste persone per il lavoro che svolgo. Altrimenti, non potrei sopportare questa situazione. Sentirsi così dipendenti, avere sempre qualcuno intorno e sentirsi guardati 24 ore su 24. Così a volte ho bisogno di mescolarmi con gente sconosciuta e dire stupidaggini. In questo modo sento di avere molto spazio per respirare, molta aria perché loro non sanno chi sono io.

Un giorno, due mesi fa, sono scappata per andare in India da sola. Laggiù nessuno mi conosce. Quella volta ho scelto anche una compagnia aerea diversa, perché non sono mai stata in India da quando sono diventata maledettamente famosa. Quando sono tornata ho scelto la Air France, poi ho cambiato, Thai Airline qualcosa del genere. Nessun membro dell'equipaggio mi conosceva, perché prima di allora non avevo mai viaggiato su quella linea.

Seduto vicino a me c'era un uomo strano, un tedesco. Parlava benissimo in tedesco, del più e del meno, del tempo, di sfilate di moda, degli ultimi modelli di automobile e via dicendo. Mi ha chiesto che macchina avevo. Ho risposto: "Una Volvo. Niente, soltanto una Volvo". E lui ha detto: "Oh, la Volvo! E' buona, è famosa in tutto il mondo". Io ho continuato: "Oh, davvero? Non lo sapevo. Pensavo che la Mercedes, automobile tedesca, fosse la migliore". Mi chiese se ero molto brava a guidare. Dissi: "No. Ho un autista. Non so guidare". E lui disse: "Oh, Lei deve essere una VIP, se ha un autista privato.". Ho risposto: "No, non sono una persona importante. Gli altri sono importanti, ed è per questo che devo andare da loro in macchina. Ecco perché uso la macchina. Non è per me, ma per gli altri VIP. Capisce?".

Mi ha chiesto: "Chi sono queste persone importanti che deve andare a trovare, per le quali deve comprare una macchina e assumere un autista privato?". Ho detto: "Chiunque. Chiunque è importante, chiunque mi chieda di andare da lui. Ecco perché sono sempre impegnata. Ecco perché ho bisogno di un'auto. E' vero. Qualsiasi agricoltore, prostituta, persona addetta alla pulizia dei gabinetti, commesso di negozio, venditore sulla strada, chiunque può chiedermi di andare da lui. Devo volare, fare in fretta. Devo correre da loro".

Lui scuoteva la testa. Non riusciva a capire di cosa stessi parlando. Pensava e mi domandava: "Ma è proprio vero che Lei va da questa persone? Sono queste le persone importanti che deve incontrare?". Ho risposto: "Sì, queste sono le persone che incontro". "Ma" - continuò - "Allora, di che affari si tratta? Come fa ad ottenere denaro da loro? Se Lei va da persone di ogni tipo, deve andare da quelle importanti o danarose. Altrimenti perde sempre i suoi affari". Ho risposto: "Sì, perdo sempre, ma guadagno in un altro modo. Guadagno ciò che guadagnano loro perché, quando li incontro, si sentono felici, si sentono incoraggiati a vivere più felicemente, ad accettare la loro vita, ad avere fede in Dio, ad avere fiducia in loro stessi e a scoprire la felicità che hanno dentro. Poiché sono felici, lo sono anch'io per loro. Questo è il mio guadagno".

Poi mi ha chiesto nuovamente: "Ma loro non possono permettersi di pagarLa". Ho risposto: "No, non ce n'è bisogno. Mi pagano così, la loro felicità è il mio stipendio". Ha pensato molto intensamente per diversi minuti. Era un uomo d'affari. Esportava e importava articoli da regalo dalla Germania a Taiwan e altre nazioni. Quindi, a modo suo, si domandava come una persona potesse guadagnare in questa maniera. Continuava a pensare. Non so a cosa stesse pensando, ma vedevo la sua faccia, capite, le ciglia aggrottate, quindi capivo che stava pensando. Alla fine mi ha guardata e ha detto: "Ma di che tipo di affari si occupa?". Ho risposto: "Provi a indovinare". In quel momento l'aeroplano si è fermato e siamo scesi. (La Maestra ride). Così, probabilmente, è rimasto con questo interrogativo.

Un'altra volta, mentre andavo dalla Malesia a Hong Kong e poi da Hong Kong alla Malesia, ero con dei miei collaboratori, con Tung Tzung e Tung Kuang, ma non permettevo loro di occuparsi di me. Infatti, avevo chiesto loro di sedersi da un'altra parte, in modo da restare da sola. Non volevo avere nulla a che fare con loro. Ero stanca e non volevo nessuno. Talvolta, quando la pressione e il lavoro sono eccessivi, non me la sento proprio di parlare e non voglio neppure che altre persone mi salutino o facciano qualcosa per me. Così, io stavo seduta da una parte e gli altri due dall'altra, con addosso vestiti monacali. Solitamente indosso questo tipo di abiti, talvolta bianchi. Inoltre, i miei capelli sono un po' lunghi e non sembrano quelli di una monaca. Ad ogni modo, non mi interessa essere una monaca. Non lo sono più. Sono soltanto me stessa. Ho superato il monacato, proprio come si supera l'infanzia o l'adolescenza. Ormai ho superato il monacato. Non posso più dire di essere una monaca. Sono qualcosa. Sono soltanto questo. Se continuo ad essere una monaca, non posso svolgere il mio lavoro. Capite? Le molte regole e restrizioni imposte ai monaci non sono adatte alla mia attività. (La Maestra ride).

Erano seduti laggiù. Uno è affascinante, l'altra molto bella. Uno è un uomo, l'altra una donna, entrambi alti e di bell'aspetto. Entrambi indossavano abiti monacali, avevano un'apparenza dignitosa e ispiravano timore reverenziale. Così tutte le hostess correvano da loro, dicendo: "Maestri, di che cosa avete bisogno? Che cosa desiderate? State comodi qui?". Poiché eravamo seduti in prima classe, tutti andavano a servirli. Hanno portato loro ogni tipo di frutta, bevande e altre cose, rincorrendoli dappertutto. Maestro uno, maestro due, maestro tre... e vedevo che entrambi si sentivano a disagio perché nessuno veniva da me. Ero seduta in un angolo solitario, ero stanca e passavo inosservata. Ero vestita di bianco, la mia faccia stanca e pallida, la sedia bianca, quindi mi confondevo con l'ambiente circostante e nessuno si accorgeva neppure della mia esistenza. Entrambi, comprese le hostess, avrebbero dovuto servirmi. Avrebbero dovuto servire anche me. Invece, erano loro ad essere serviti, perché quella volta li avevo separati da me.

Allora si sono sentiti entrambi a disagio e hanno portato i loro bicchieri di succo e tutto il resto al mio posto. Le hostess erano colpite da tutto questo: "Ah? Che cosa è successo? Due di loro sono andate da quella ragazza. Perché?". Erano un poco confuse. Ho visto tre o quattro di loro che lavoravano, lo sguardo sui loro volti e le facce di Tung Tzung e Tung Kuang. Sono quasi scoppiata a ridere.

Ciò succedeva perché in Oriente, ad esempio a Hong Kong o a Taiwan, hanno un profondo rispetto per i monaci e li chiamano sempre Shih Fu, ossia maestro e padre insieme. Ciò significa che la persona è degna di essere chiamata vostro maestro e anche vostro padre, prende il posto di vostro padre nell'insegnamento. Shih significa maestro e Fu significa padre. Così correvano tutti dietro ai monaci, specialmente a quelli che potevano permettersi di stare seduti in prima classe e che, quindi, dovevano essere dei monaci VIP. Tutti correvano da Tung Tzung e Tung Kuang. Quel giorno ci siamo fatti delle belle risate.

Non so perché vi ho raccontato tutte queste cose. Probabilmente per farvi ridere a mie spese. E' difficile ridere in questa vita, quindi cerco di farvi divertire il più possibile. Non avete molto tempo per ridere o nulla di cui ridere, non molto. Dobbiamo stare con le persone per fare qualche risata. Dobbiamo perlomeno stare con la gente. Ma se stiamo con le persone, ridiamo meno di quanto piangiamo. Se stiamo da soli, non possiamo né ridere né piangere. Se, invece, stiamo con la gente, ci troveremo quasi sempre in conflitto, nell'incomprensione, nei problemi e nelle difficoltà. La maggior parte delle volte sarà più facile piangere che ridere.

Tutti mi dicevano che il periodo in cui siamo stati bambini e giovani era il migliore della nostra vita. Ma non ricordo la mia infanzia come un periodo tanto felice, né la mia giovinezza come un periodo favoloso. Credo che ogni età abbia le sue ansie. Non che mi mancassero le comodità materiali, ma ero continuamente infastidita da una sorta di malinconia.

Talvolta abbiamo qualcosa che ci opprime. Anche i bambini hanno le loro afflizioni, capite? Magari la vostra infanzia o giovinezza sono state migliori della mia. Non lo so. Ma non ricordo di essere stata estremamente felice o abbastanza felice quando ero giovane o da bambina. Quando ero bambina, ero amata da tutti gli insegnanti, ma ero invidiata da tutti i miei compagni di classe. Dunque c'è sempre un equilibrio di Yin Yang.

A scuola ero lodata da tutti gli insegnanti, ma mentre tornavo a casa venivo presa in giro da tutti i miei compagni di classe. Ciò accadeva quasi ogni giorno. A scuola ero lodata, ma mentre tornavo a casa venivo derisa. Penso che esageriamo le cose. Non credo che in questo mondo si possa essere completamente felici, senza che la tristezza segua o sia mescolata alla felicità.

Inoltre, i bambini sono oppressi dai loro insegnanti o dai compagni di classe e dai genitori, dalla sorella, dal fratello, da ogni tipo di persona, dai vicini o dai bambini dei vicini. Talvolta i nostri genitori ci confrontano con i figli dei vicini: "Non sei bravo come il figlio del vicino, e così via..". Questo ci ferisce e ci fa sentire insicuri. Talvolta siamo oppressi anche dai domestici dei nostri genitori, se ne hanno. Sono più grandi di noi, più forti, sgarbati e talvolta sono anche opprimenti.

Quando diventiamo un poco più grandi, ad esempio nell'adolescenza, abbiamo altri tipi di oppressione, capite, provocati dalla scuola, dalla competizione con i compagni di classe e poi con la fidanzata o il fidanzato, o dagli stessi membri della famiglia. Talvolta condividiamo anche i problemi dei nostri genitori, dei nostri fratelli e sorelle, se ne hanno. Anche quando non ce ne parlano o lo fanno solo in parte, noi capiamo che ci sono problemi riguardanti, magari, la situazione finanziaria della famiglia, l'atmosfera matrimoniale dei nostri genitori o qualcosa di analogo. Tutte le cose possono aggiungere angoscia alla nostra anima e talvolta i bambini si sentono oppressi. Così succede che i bambini prendano pillole, si droghino, si suicidino, scappino da casa, si mescolino a cattive compagnie soltanto per fuggire dall'oppressione familiare. Questo è ciò che credono o con cui sostituiscono la felicità che hanno perso o che non sono riusciti a trovare.

Credo che, talvolta, l'oppressione dei bambini abbia un'intensità maggiore di quella degli adulti, in quanto questi ultimi sono più o meno allenati e più forti. I bambini, invece, sono innocenti e indifesi. Non sanno a chi rivolgersi e non sanno esprimersi. Hanno, inoltre, paura, capite, sono timidi e così via.

Non credo che essere bambini o giovani sia estremamente bello come le persone scrivono nei romanzi. Ecco perché quando i bambini fanno qualcosa di sbagliato, non è soltanto colpa loro. E' la situazione, l'oppressione della società, le circostanze, l'ambiente familiare e molte cose messe insieme. Dunque, è una fortuna per i bambini che hanno dei buoni genitori, una buona famiglia, che si sentono felici e amati dai familiari. Per me non è stato così, quando ero giovane.

Chi pratica con i genitori, seguendo il cammino della verità, sta meglio, molto meglio. Può contare sul conforto interiore, che gli dà molta forza per crescere e sopravvivere all'oppressione di questo mondo. Perché a volte i genitori o i membri della famiglia da soli non riescono a darci soddisfazioni o una forza interiore sufficienti a sopportare l'angoscia; perché non possiamo parlare con i genitori di molte cose. I genitori hanno i loro problemi, le loro angosce, quindi non potrebbero amare di più o condividere di più l'oppressione dei loro figli neppure se lo volessero. Non possono umanamente farlo in modo completo.

Pertanto, ritengo che tutti i bambini dovrebbero venire a imparare il Metodo Quan Yin e seguire una dieta vegetariana. Se hanno problemi, possono parlare con me, che è meglio che andare a parlare con cattivi amici. Posso essere il loro padre, madre, amico, fidanzato, insegnante, qualsiasi cosa, in modo che possano sopravvivere alla giovinezza; successivamente, quando saranno cresciuti, potranno fare le cose da soli.

Vedete, è molto difficile sopravvivere alla giovinezza, così come dai dieci anni in su, dai dieci ai venti. E' un periodo molto difficile per un bambino, perché segna il passaggio da bambino a uomo o donna, quindi provoca grande confusione. E' in questo periodo che molti giovani scappano da casa, fanno brutte cose o si uniscono a cattive compagnie, vengono ingannati e fuorviati; tutto in questo periodo di tempo. Ha gli stessi problemi che abbiamo avuto noi in quel periodo della vita.

Vivete già insieme 24 ore al giorno, quindi quando uscite e vi mescolate con altre persone, vi prego di farlo veramente e di imparare qualcosa. Se pensate che stare insieme 24 ore al giorno non sia sufficiente e, quando uscite tra la gente, continuate a stare appiccicati, vi comportate in modo anormale. Così facendo non imparerete mai nulla. Vi possedete l'un l'altro. Proprio perché state insieme di continuo, dovete migliorare portando sempre nuove cose nel rapporto, in modo da renderlo vivace e non oppressivo e dovete rendervi interessanti, anziché monotoni, senza imporre vecchie abitudini o il nostro vecchio modo di pensare al nostro compagno.

C'è qualcosa che potete imparare da un maestro, altro che potete imparare dagli amici. Ad esempio, siete entrati nell'ambiente da molto poco. Siete venuti per conoscere il maestro solo da poco, mentre altre persone lo conoscono da più tempo, quindi da loro potete imparare le molte cose che il maestro ha già insegnato ai vecchi iniziati. Potete scambiare le vostre idee con loro e imparare reciprocamente. In questo modo la vostra vita diventerà un po' più interessante. Questo tipo di occasione non capita spesso. Non dico che dovreste uscire, trovare persone e parlare per tutto il giorno, lasciando ogni giorno vostra moglie e il vostro bambino a casa. Non è così. Ma quando capita l'occasione, coglietela. Anche se non imparate nulla, perlomeno migliorate la vostra visione, vivacizzandola e rendendo l'atmosfera più armoniosa e solidale.

Qualora non vi piaccia la mia proposta, va bene lo stesso. Vi descrivo semplicemente le persone, dicendovi che cosa sono, come si comportano e perché, come rallentano se stesse, come non migliorano la loro conoscenza e le diverse abilità, stando sempre insieme. Questo è ciò che vi dico, la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità.

Se ci attacchiamo sempre a qualcuno o a qualcosa in particolare, troppo fortemente, dobbiamo ritornare in questa vita per diluire questa passione. Se vogliamo essere liberati, non possiamo, quindi, permetterci di farlo. Dovremmo sapere che la nostra passione deriva dalla schiavitù karmica, nient'altro.

Talvolta una madre o un padre sono molto attaccati a una figlia o a un figlio e ciò è dovuto al loro precedente rapporto. Prima, infatti, erano stati fidanzati o sposati. Il loro rapporto continua anche in questa vita ed è così forte e appassionato che a volte altre persone pensano che non siano madre e figlio o padre e figlia, bensì fidanzati. Capite cosa intendo dire?

Dovremmo essere consapevoli di questa passione per superarla. Tutto qui. Mi dispiace dovervi dire tutta questa verità. Ma cosa dovrei dirvi? Vi dico questo in modo che non vi sentiate orgogliosi delle vostre relazioni molto fedeli, cosiddette fedeli e molto profonde. Non è nulla di cui essere orgogliosi, è tutta schiavitù karmica, tutto un dare e un prendere.

Talvolta i nostri parenti muoiono. Quando muoiono in modo normale, va bene. Be', soffriamo, ma lo accettiamo. Ma se, ad esempio, vengono assassinati o muoiono in circostanze simili, sentiamo che è un'ingiustizia. Non capiamo che c'è una motivazione per ogni cosa. Non posso raccontarvi caso per caso, anche perché non vi servirebbe a niente. Posso soltanto dirvi che ogni cosa deve essere regolata dalla legge del karma. Se nella vita scorsa avete ucciso qualcuno, voi sarete uccisi in questa vita, indipendentemente da chi siete. In un momento qualsiasi, al momento giusto, quando il karma è stabilito, quando arriva il momento delle reazioni karmiche, succederà.

La stessa cosa avviene con qualsiasi altro tipo di reazione karmica. Se, quindi, ci accade qualcosa di bello, non dobbiamo esserne orgogliosi. Se qualcuno ci è fedele o se noi siamo fedeli a qualcuno o la nostra famiglia è buona, non dobbiamo esserne orgogliosi. Se alla nostra famiglia sono capitate delle disgrazie, non dobbiamo essere tristi. Almeno per noi, che pratichiamo il Metodo Quan Yin, questa è l'ultima volta che soffriamo, l'ultima volta che proviamo qualcosa di relativamente buono o cattivo su questa terra. La lasceremo, torneremo a casa, dove il tipo di vita è completamente diverso. Pertanto, amate i vostri parenti, ma siate indipendenti, state sempre da soli e soltanto con Dio. Dio è il nostro unico vero parente. Dio è marito, moglie, madre, padre, sorella, fidanzato, amico e qualsiasi altra cosa. Staremo con Dio e saremo per sempre appagati. In seguito, non avremo più bisogno di alcuna relazione fisica. Altrimenti, qualsiasi tipo di relazione fisica ci vincolerà, rendendoci prigionieri. In questo caso prendiamo reciprocamente le nostre qualità, anziché prendere quelle di Dio.

~Somma Maestra Ching Hai~



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